Percorsi digitali
Gli Statuti della Democrazia cristiana
In questo percorso sono raccolti e resi disponibili alla consultazione, gli Statuti emanati dalla Democrazia cristiana fra il 1945 e il 1992 presenti nei fondi dell’Archivio storico e della Biblioteca dell’Istituto Luigi Sturzo.
Uno strumento importante per comprendere la storia della Democrazia Cristiana e quella del nostro paese negli anni che hanno segnato la vita politica e organizzativa dei partiti italiani.[1]
Il primo Statuto fu elaborato nel 1946 e approvato dal Congresso nazionale, sulla base di un precedente Progetto, risalente al 1945; la parte approvata nel Congresso del 1946 fu solo quella relativa agli organi nazionali centrali e alle prime forme di funzionamento. Il primo testo definitivo fu approvato nel 1948, dopo il lavoro delle due Commissioni, la prima nominata dal Congresso ed una successiva nominata dal Consiglio nazionale del settembre 1946.
Nei primi dieci anni di vita del partito, lo Statuto subì numerose modifiche, per lo più conseguenti alle elaborazioni di nuovi articoli che regolavano le graduali trasformazioni delle strutture organizzative. Uno dei primi aspetti fu la composizione degli organi direttivi nazionali, regionali, provinciali, zonali e sezionali e le rispettive modalità elettive. Tra il IV e il VI Congresso nazionale del partito, dal 1952 al 1956, sulla base delle delibere del Consiglio nazionale, vennero regolati i criteri di rappresentanza delle diverse componenti del partito, la composizione numerica, le funzioni e i compiti dei singoli organi centrali e periferici. Tra il 1958 e il 1962 non furono apportate sostanziali modifiche; nel 1961 fu pubblicato l’opuscolo “Tesseramento” dedicato all’analisi della situazione del partito, alle strutture operative sul territorio, al rapporto con l’elettorato, all’organizzazione dell’azione politica.
Nel gennaio del 1962, il Consiglio nazionale approvò ulteriori modifiche; lo Statuto passò da 103 a 115 articoli. Restò invariato fino al 1966. Dal settembre del 1966 all’aprile del 1976 fu soggetto a continue revisioni e aggiunte di articoli che intervennero a regolare compiti e funzioni della struttura organizzativa sempre più articolata. Nell’edizione del 1984, furono inserite le modifiche apportate nel 1982 e nel 1983.
L’ultimo Statuto pubblicato è dell’aprile del 1992 e riporta il testo approvato dal Consiglio Nazionale nelle sessioni del 22, 23 gennaio, 12 febbraio, 9 marzo, 2 aprile 1982, 12, 13 febbraio 1983 e 9, 10 gennaio 1992.
[1] 1Guglielmo Negri , Gli statuti dei partiti ed i nuovi orientamenti della vita politica italiana in “Il partito politico di fronte allo Stato di fronte a se stesso”, Milano, Giuffrè 1983
Pietro Scoppola, La repubblica dei partiti: evoluzione e crisi di un sistema politico 1945-1996, Bologna, Il Mulino, 2021