Moro e l’attività di governo

Per quanto concerne l’attività di governo, Aldo Moro ha presto avviato un percorso, bruscamente interrotto per essere poi ripreso e velocemente consolidato. Dopo la nomina a sottosegretario agli Affari esteri nel V governo De Gasperi (con la titolarità del ministero assegnata a Carlo Sforza), tra il maggio del 1948 e il gennaio del 1950, Moro fu coinvolto nell’esecutivo dopo una pausa di ben cinque anni divenendo prima ministro di Grazia e giustizia (governo Scelba, luglio 1955/maggio 1957) e, successivamente, ministro della Pubblica Istruzione, tra il maggio del 1957 e il febbraio del 1959 nei governi Zoli e Fanfani II. La documentazione nei fondi dell’Istituto Luigi Sturzo relativa a questi anni è limitata. Aiutano a ricostruire alcune specifiche vicende e tematiche i verbali dei direttivi dei gruppi parlamentari (soprattutto per la fase della Pubblica istruzione), come anche alcuni fondi personali, quale, ad esempio, il fondo Giovanni Gronchi per alcune vicende relative all’attività di ministro di Grazia e giustizia o le carte personali di Luigi Sturzo e di Vittorino Veronese per la PI. Naturalmente, la parte più cospicua è inerente all’attività successiva alla sua segreteria. Una volta divenuto Presidente del consiglio nel dicembre del 1963, la carriera di Aldo Moro subisce infatti un’accelerazione che lo consolida sempre più nell’immagine di statista. Guida il governo ininterrottamente dal 1963 al 1968 (dando vita a tre esecutivi), per tornarvi tra il novembre del 1974 e il luglio del 1976 (formando un IV e poi un V governo Moro). Nel frattempo ricopre il ruolo di ministro degli Esteri – ininterrottamente tra l’agosto del 1969 e il giugno del 1972 – in diversi fragili governi e, nuovamente tra il luglio del 1973 e il novembre del 1974. Utili per questi anni sono alcuni fondi personali: da quello di Luigi Granelli che fu suo sottosegretario agli Esteri a quello di Vittorino Veronese, che lo coinvolse spesso soprattutto in virtù dei suoi molteplici incarichi internazionali, passando ancora per le preziose ed abbondanti carte di Giulio Andreotti o quelle, assai più limitate, di Mario Scelba. Ma sono soprattutto i documenti tratti dai fondi del partito che possono rappresentare risorse interessanti: in particolare i fondi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, la direzione nazionale e le diverse segreterie politiche (particolarmente significativa quella di Mariano Rumor), in ciascuna delle quali vi è una sezione dedicata ai rapporti con il governo.

 

Carteggio tra Giovanni Gronchi, presidente della Repubblica e Aldo Moro
Lettera di Vittorino Veronese ad Aldo Moro
Lettera di Luigi Sturzo ad Aldo Moro
Verbale della riunione del Comitato direttivo del gruppo DC alla Camera dei deputati
Verbale della riunione del Comitato direttivo del gruppo DC alla Camera dei deputati
Lettera di Paolo Napoli, presidente dell’Unione parlamentare per la libertà d’insegnamento
Lettera di Mariano Rumor, segreterio politico ad Aldo Moro