Palazzo Baldassini
I cortili
Il cortile principale, di forma quadrilatera, si presenta con tre lati chiusi, mentre quello di controfaccia all’ingresso si apre con un’ariosa loggia le cui arcate in travertino vengono riportate su tutte le altre pareti.
Il fregio a triglifi e metope che corre lungo tutto il perimetro del cortile principale presenta raffigurazioni di simboli strettamente legati alla figura del Baldassini: lo stemma di famiglia, guardato a sinistra e a destra da due grifoni, rappresentanti lo stesso giurista, a sua volta fiancheggiato da due simboli indicanti la professione di Baldassini (il cartiglio) e la fedeltà alla chiesa (la rosa aperta). Sullo stesso lato, il giglio dei Medici e altri simboli del potere papale (la faretra e il porta selvaggina) a rappresentare una sorta di dedica al pontefice Leone X, artefice dell’ascesa sociale del proprietario del Palazzo.
Tra i vari simboli, spicca la figura dell’elefantino Annone regalato dal re portoghese Manuel d’Aviz a Leone X per festeggiare la sua incoronazione avvenuta nel 1513. Il pachiderma, caratterizzato da albinismo, arrivò a Roma il 12 marzo 1514 e venne portato in processione per le strade della capitale, tra due ali di folla entusiasta, insieme a due leopardi, una pantera, alcuni pappagalli, e altri animali rari. Annone divenne una “mascotte” nella corte papale e fu il protagonista di diverse processioni lungo la città che suscitavano curiosità e ammirazione al suo passaggio.
Adiacente al cortile principale l’edificio cinquecentesco originariamente possedeva anche un piccolo giardino, dove oggi, grazie alla sua chiusura è stata ricavata la sala di lettura dell’attuale Biblioteca dell’Istituto. La riapertura del portale prospiciente il cortile con la sua vetrata, oltre a fornire una straordinaria fonte di luce all’ambiente, consente anche il ripristino, almeno visivo, dello straordinario asse prospettico che attraversa l’edificio dall’ingresso su via delle Coppelle fino a quello ubicato nel vicolo posteriore della Vaccarella.
Accanto a questo locale, una bellissima scala elicoidale collegava direttamente al piano nobile superiore. Molto probabilmente in questo spazio veniva custodita la carrozza del proprietario del Palazzo, come si può vedere dai segni lasciati da questa sul muro di entrata. E forse, la scala elicoidale troppo importante e bella per essere usata come scala di servizio, era invece usata dal Baldassini per entrare e uscire indisturbato dal Palazzo direttamente dalle sue stanze.
Una terza corte di modeste dimensioni, uno spazio di servizio che poneva in comunicazione il resto della casa con la stalla, nella quale si accedeva dal vicolo posteriore (oggi Vicolo della Vaccarella). Nella corte si aprivano 2 piccole logge sovrapposte per una delle quali il Sangallo utilizzò, per sostegno centrale, un bellissimo rocchio di colonna sormontato da un imponente capitello utilizzando elementi rinvenuti probabilmente nel corso degli scavi per la costruzione del palazzo.
Altro ritrovamento di particolare pregio avvenuto verso la fine dell’edificazione del Palazzo, è il magnifico sarcofago, posizionato tra l’ingresso e il cortile, di età imperiale romana, attribuito alla prima età flavia, intorno al 70 d.c.